sabato 13 febbraio 2010

PARCO REGIONALE GESSI BOLOGNESI E CALANCHI DELL'ABBADESSA


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Per il secondo anno consecutivo
cucciolata di lupi nel Parco dei Gessi
Un lieto evento e un indice importante di buona salute e di equilibrio complessivo dell’ambiente
Anche nel nostro territorio viene confermata la tendenza, in atto da tempo in Italia e in Europa, della fauna selvatica a riappropriarsi degli antichi spazi perduti.
Dopo i sei cuccioli di lupo nati nell’estate 2008, di cui due deceduti dopo essere stati investiti, il monitoraggio con le videotrappole effettuato nel 2009 ha permesso di seguire il gruppo familiare durante tutto l’arco dell’anno. Il risultato è stata un’enorme mole di dati originali, considerato che per la prima volta si è applicato tale metodo di ricerca per questa specie in maniera così intensa e continuativa. I giovani superstiti della cucciolata scorsa si sono ricongiunti, dopo una pausa estiva, ai genitori e ai 6 fratelli nati quest’anno, collaborando al loro allevamento.

I lupi si nutrono prevalentemente di prede selvatiche come cinghiali, caprioli e daini, decisamente abbondanti e ampiamente diffusi, tanto che la predazione - un singolo nucleo familiare costituito dai genitori e dai cuccioli dell’anno, occupa un territorio enorme, fino a 200 kmq, non riesce ad incidere sul numero delle popolazioni di ungulati operando quindi su di esse solo una salutare selezione naturale.

Gli unici che possono temere la presenza del lupo sono gli allevatori, che devono reimparare ad affrontare i problemi legati a questo ritorno.
Prima di attivarsi per chiedere i risarcimenti previsti per danni causati da fauna selvatica, è necessario lavorare sulla prevenzione. E prevenzione significa innanzitutto modificare alcune abitudini: le greggi non possono più essere lasciate incustodite ma devono essere protette da un adeguato numero di cani, come è sempre stato dove il lupo non è mai scomparso; è indispensabile chiudere le pecore la sera all’interno dell’ovile o in un recinto elettrico mobile.
Per informazioni e suggerimenti: Servizio tutela e sviluppo fauna selvatica Provincia di Bologna 051-6598111
A titolo di esempio di una convivenza possibile ci piace sottolineare che l’unico allevatore presente all’interno del Parco dei Gessi, con tre maremmani posti a difesa delle sue 40 pecore, non ha subito nessun attacco in questi anni, nonostante sia ubicato esattamente a ridosso dell’area riproduttiva del branco.

Ricordiamo, infine, l’assoluta necessità di proteggere la cucciolata da qualunque tipo di attenzione fosse anche mossa dalle “migliori” intenzioni. Qualsiasi disturbo, anche involontario e provocato in assoluta buona fede come ad esempio il tentativo di fotografarli, rischia di spaventarli e di farli allontanare dall’area protetta con il conseguente rischio concreto di mettere a repentaglio la loro sopravvivenza.

È possibile ammirare i lupi e l’altra fauna selvatica presente nel parco dei Gessi su
http://www.youtube.com/user/parcogessibolognesi
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2010 proclamato dalle Nazioni Unite Anno
internazionale della biodiversità:
I parchi in prima linea
La conservazione della natura rimane l'obiettivo primario del lavoro delle aree protette, che tutelano un patrimonio biologico straordinario, favoriscono lo sviluppo economico di territori spesso svantaggiati, diffondono cultura e consapevolezza ambientale, incentivano attività turistiche sostenibili, promuovono il recupero e la valorizzazione di tecniche agricole tradizionali, conservano il patrimonio storico-artistico e il paesaggio. Ma, prima di tutto, le aree protette tutelano la biodiversità. Anche se da anni lavorano con successo come promotori di sviluppo per i territori su cui insistono, la mission primaria dei parchi resta la conservazione della natura. La stessa Cbd (Convenzione internazionale della diversità biologica), con il trattato internazionale adottato nel 1992 proprio per tutelare la biodiversità, riconosce il «contributo vitale delle aree protette alla conservazione del patrimonio naturale e culturale del pianeta».

I Parchi cercano, generalmente con successo, di salvare dalla definitiva scomparsa numerose specie animali e vegetali non solo attraverso la protezione dell'habitat, ma anche grazie all'attuazione di programmi di ripopolamento e reintroduzione e, in molti casi, a complesse operazioni di comunicazione ed informazione, in grado talvolta di sfatare luoghi comuni secolari e di cambiare l'atteggiamento di intere comunità nei confronti di specie storicamente considerate dannose o addirittura pericolose per l'uomo come il lupo e l’orso.
Ma, al di là dei grandi mammiferi, il campionario di buone pratiche dei parchi in materia di conservazione della biodiversità è ricchissimo, e davvero tanti sono gli esempi possibili. Come la reintroduzione in Toscana del falco pescatore (Pandion haliaetus), estinto in Italia da oltre 40 anni, avviata del Parco Regionale della Maremma in collaborazione col Parco Regionale della Corsica. Grazie a un altro finanziamento europeo, il Parco Regionale veneto del Delta del Po ha realizzato un progetto per l'incremento dello storione adriatico (Acipenser naccarii), una specie endemica che ha subito una forte rarefazione negli ultimi anni.

In materia di conservazione della natura, dunque, i Parchi rappresentano la principale autorità a livello internazionale. Per questo, avranno un ruolo di primaria importanza nelle celebrazioni dell'Anno internazionale delle biodiversità (International year of biodiversity), proclamato dalle Nazioni Unite per sensibilizzare i governi e l'opinione pubblica sul tema della perdita di diversità biologica e per rilanciare gli obiettivi della Cbd e del Countdown 2010 (campagna di comunicazione globale per contribuire ad arrestare le estinzioni).

Anche il Parco dei Gessi è in prima linea con il progetto INFEA: “Countdown 2010 a Bologna: scopriamo e aiutiamo la biodiversità" in cui si intende consolidare attività di informazione, didattica ed educazione ambientale sul tema della biodiversità della collina e della pianura bolognese con un costo complessivo di 34 mila di cui 20 mila di cofinanziamento regionale.

Un altro importante contributo alla tutela della biodiversità è il progetto Life+ Natura: “Gypsum” che si realizzerà nel periodo 2010-2014, ha come obiettivo la realizzazione di una serie di interventi di tutela degli habitat associati agli affioramenti gessosi, coinvolgendo 6 diversi siti (Gessi Bolognesi, Gessi di Zola, Gessi Romagnoli, Triassici, di Albinea e dell’Onferno). L’Unione europea contribuirà con circa 1 milione di euro pari al 50% dei costi previsti.
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APPUNTAMENTI
Prenotazioni e informazioni al numero 051/6254821
oppure info@parcogessibolognesi.it
ENTRO IL VENERDì PRECEDENTE LA VISITA
GENNAIO
Domenica 24 • ore 15 Caccia alla Traccia
Escursione guidata naturalistica alla ricerca delle tracce invernali degli animali.
Ritrovo presso il Centro Visita Villa Torre, Settefonti. L’escursione è facile, adatta ai bambini dai 6 ai 10 anni, è importante avere calzature adeguate tipo trekking. Ritorno previsto ore 18. Numero di posti limitato, prenotazione obbligatoria. A cura delle GEV. L’iniziativa si svolge anche in caso di maltempo. Gratuito.
FEBBRAIO
Sabato 6 • ore 16 Osserviamo gli animali al crepuscolo
Visita guidata naturalistica con il Guardaparco, alla scoperta degli animali che al tramonto escono dai loro rifugi per “vivere” la notte. Numeri di posti limitati, prenotazione obbligatoria. Ritrovo presso il Centro Parco Casa Fantini. Costo 5 euro per i maggiorenni.
Domenica 14 • ore 16 Costruiamo le maschere di carnevale
Ritrovo presso il Centro Visita Villa Torre, Settefonti. Laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni in cui vengono raffigurati gli animali che vivono nel Parco. Numero di posti limitato, prenotazione obbligatoria. A cura delle GEV. Costo 5 euro per ogni partecipante.
Domenica 21 • ore 9 I colori dell’inverno
Visita guidata naturalistica alla scoperta delle fioriture precoci in Dolina di Gaibola con i Guardiaparco.
Nel bosco privo di foglie, con un aspetto ancora invernale, spiccano tra gli altri colori il giallo del corniolo e della primula, il violetto della scilla fino all’insospettabile fioritura bianca della saxifraga. Numero di posti limitato, prenotazione obbligatoria. Costo 5 euro per i maggiorenni
Domenica 28 • ore 9 Impariamo la geologia: Alveo torrente Idice
Il percorso si snoda per la maggior parte lungo la sponda destra dell’Idice e permette l’osservazione dei depositi che si sono formati all’incirca tra 7 e 1 milione di anni fa, evidenziando formazioni relative ad ambienti molto diversi fra loro.
Ritrovo in via della Barca a Castel dei Britti (di fronte ai Salesiani), si costeggerà il corso del torrente e, se le condizioni lo permettono, lo si attraverserà utilizzando un guado nei pressi dell’Oasi del Molino Grande. Ritorno previsto ore 12.30 circa presso il Circolo Cà de Mandorli. Numero di posti limitato, prenotazione obbligatoria. Costo 5 euro per i maggiorenni. Importante: indossare stivali di gomma.
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